Gestione del trauma

Quando si parla di trauma, si parla di ferita che può essere fisica nel corpo, o psicologica nella nostra mente, psiche e anima. Qualcosa che ferisce nel profondo e può cambiare le prospettive di vita della persona. Chiunque di noi ha vissuto nella propria vita dei traumi, di diversa intensità, ed è difficile definire cosa sia effettivamente traumatico perché per qualcuno un determinato evento potrebbe essere una cosa banale, per qualcun altro invece, lo stesso evento potrebbe essere significativamente importante. La differenza è nella reazione soggettiva che ha l’individuo, di gestire certe situazioni. Può dipendere dalle proprie risorse, dalla propria capacità di resilienza. Per questo non è possibile classificare degli eventi specifici e affermare se siano sicuramente traumi gravi o meno. Quindi come distinguere i tipi di traumi?

C’è una classificazione generale proposta dall’associazione EMDR per avere un linguaggio comune e di comprensione a livello nazionale: quelli con “t” piccola che indicano traumi di livello meno grave con una percezione di pericolo non eccessivamente intensa, ma comunque disturbante; e traumi “T” che indicano esperienze traumatiche che il soggetto ha vissuto e hanno messo a repentaglio la sua vita, tra questi anche catastrofe naturali, terremoti, gravi incidenti o abusi fisici. Questa classificazione si utilizza con la terapia EMDR, creata proprio per l’elaborazione del trauma. Ci sono varie modalità di elaborare il trauma, col proprio psicologo è possibile comprendere quanto un evento sia traumatico, quanto abbia condizionato la propria vita e quale tecnica sia più opportuno utilizzare. Dal momento in cui ci si rende conto di questo, si può iniziare a curare le proprie ferite, le cicatrici rimarranno, ma il dolore verrà notevolmente attenuato.